lunedì, febbraio 15, 2016

the dogs days are over

Leave all your loving, your loving behind You cant carry it with you if you want to survive

martedì, gennaio 01, 2013

solitudine

Ho iniziato questo 2013 con una forte sensazione di solitudine. Non sono uscito di casa, non ho comunicato con il mondo ho solo pensato che il 2013 sarà uguale a tutti gli altri anni. E la mia disillusione non è politica o esistenziale, come mi sarebbe capitato fino allo scorso anno. No, la mia è la consapevolezza del tempo sprecato che non cambia senza volontà e determinazione. No, la mia è rassegnazione ad essere uguale anno dopo anno... E ciò che mi manca di più sono i miei amici che sono lontani e per la prima volta mi sento stanco di andare a coprire le distanze che ci dividono. Ormai so bene quali sono le persone che contano davvero per me ed è stato così triste non avere nessuno vicino da abbracciare in un momento che sembra fatto per stare con le persone alle quali si vuol bene! "Questa è la tua vita e sta finendo un minuto alla volta." Cit. da Fight Club, il film scelto per accompagnarmi nel nuovo anno....

lunedì, maggio 21, 2012

Tra speranza e tristezza

L'Italia e' un luogo assurdo, contraddittorio, inquietante e bello.... ma questa Italia e' un cancro. Siamo eternamente condannati a rivivere il nostro passato, a morire traditi dalle nostre scelte. Osservo da lontano il momento della svolta...sara' cosi'?!? il fatto e' che come si fa ad avere speranza in un giorno cosi'...le bombe, un altro terremoto e altro dolore, Simone... Petrangeli rappresenta una novita', rappresenta la voglia di cambiare e forse anche la persona giusta per farlo, ma nessuno e' attrezzato per i miracoli. Rieti e' da ricostruire, cosi' come l'Italia, ma il problema vero non e' la ricostruzione in se, quanto abbattere cio' che viene dal passato. Ma di questo abbiamo paura tutti, forse solo perche' non abbiamo tempo e coraggio per volere un mondo migliore per chi verra' dopo di noi... La vera scelta oggi sarebbe quella di non volere tutto subito, ma di rimboccarci le maniche e pensare a domani con ottimismo senza cadere nell'errore di volere dei risultati nell'immediato. Ma questa Italia e' rimasta alle bombe e al dolore dei terremoti...dov'e' il posto della speranza?

lunedì, aprile 30, 2012

Adesso è facile

Non c'è un modo unico per ispirarsi: immagini pensieri sguardi che si raggomitolano nel cervello in una spirale che può implodere od esplodere. Per più di un anno nulla di ciò che si formava nella mia testa aveva poi la forza di trasformarsi in un testo scritto su queste pagine...ed il blog è rimasto silenzioso e triste. Ho rischiato anche di chiuderlo, perché non aveva più senso....ma non ce l'ho fatta a premere il pulsante dell'autodistruzione..."All those moments will be lost in time... Like tears in rain... Time to die."no non era ancora giunta la sua ora. Ne avrei avuto ancora bisogno, lo sapevo, e stasera torno a scrivere, qui e non altrove, per trovare sostanza nei miei pensieri. Per lasciare un segno a me stesso di ciò che sono stato almeno per un giorno. Sono arrivato ad avere un qualcosa di simile a quello che mi ero immaginato 5 anni fa...e questo, mio malgrado, è testimonianza di una scarsa imprevedibilità. ma anche di una certa capacità di raggiungimento dei miei obiettivi. Ora però la sfida è più difficile: come mi vedo tra 5 anni? In realtà il senso della mia domanda è: seguirò a (sotto)stare alle regole o cercherò una mia via? non tenterò di rispondere oggi, sono emotivo e la risposta sarebbe frettolosa e dettata da un istinto di rivalsa. No, aspetterò e rifletterò, ma scriverla qui mi aiuterà a non dimenticarla....

giovedì, dicembre 30, 2010





Così discesi del cerchio primaio
giù nel secondo, che men loco cinghia
e tanto più dolor, che punge a guaio. 3
Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l'intrata;
giudica e manda secondo ch'avvinghia. 6
Dico che quando l'anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa:
e quel conoscitor de le peccata 9
vede qual loco d'inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giù sia messa. 12
Sempre dinanzi a lui ne stanno molte:
vanno a vicenda ciascuna al giudizio,
dicono e odono, e poi son giù volte. 15
«O tu che vieni al doloroso ospizio»,
disse Minòs a me quando mi vide,
lasciando l'atto di cotanto offizio, 18
«guarda com'entri e di cui tu ti fide;
non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!».
E 'l duca mio a lui: «Perché pur gride? 21
Non impedir lo suo fatale andare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare». 24
Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire; or son venuto
là dove molto pianto mi percuote. 27
Io venni in loco d'ogne luce muto,
che mugghia come fa mar per tempesta,
se da contrari venti è combattuto. 30
La bufera infernal, che mai non resta,
mena li spirti con la sua rapina;
voltando e percotendo li molesta. 33
Quando giungon davanti a la ruina,
quivi le strida, il compianto, il lamento;
bestemmian quivi la virtù divina. 36
Intesi ch'a così fatto tormento
enno dannati i peccator carnali,
che la ragion sommettono al talento. 39
E come li stornei ne portan l'ali
nel freddo tempo, a schiera larga e piena,
così quel fiato li spiriti mali 42
di qua, di là, di giù, di sù li mena;
nulla speranza li conforta mai,
non che di posa, ma di minor pena. 45
E come i gru van cantando lor lai,
faccendo in aere di sé lunga riga,
così vid'io venir, traendo guai, 48
ombre portate da la detta briga;
per ch'i' dissi: «Maestro, chi son quelle
genti che l'aura nera sì gastiga?». 51
«La prima di color di cui novelle
tu vuo' saper», mi disse quelli allotta,
«fu imperadrice di molte favelle. 54
A vizio di lussuria fu sì rotta,
che libito fé licito in sua legge,
per tòrre il biasmo in che era condotta. 57
Ell'è Semiramìs, di cui si legge
che succedette a Nino e fu sua sposa:
tenne la terra che 'l Soldan corregge. 60
L'altra è colei che s'ancise amorosa,
e ruppe fede al cener di Sicheo;
poi è Cleopatràs lussurïosa. 63
Elena vedi, per cui tanto reo
tempo si volse, e vedi 'l grande Achille,
che con amore al fine combatteo. 66
Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille
ombre mostrommi e nominommi a dito,
ch'amor di nostra vita dipartille. 69
Poscia ch'io ebbi il mio dottore udito
nomar le donne antiche e ' cavalieri,
pietà mi giunse, e fui quasi smarrito. 72
I' cominciai: «Poeta, volontieri
parlerei a quei due che 'nsieme vanno,
e paion sì al vento esser leggieri». 75
Ed elli a me: «Vedrai quando saranno
più presso a noi; e tu allor li priega
per quello amor che i mena, ed ei verranno». 78
Sì tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: «O anime affannate,
venite a noi parlar, s'altri nol niega!». 81
Quali colombe dal disio chiamate
con l'ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l'aere, dal voler portate; 84
cotali uscir de la schiera ov'è Dido,
a noi venendo per l'aere maligno,
sì forte fu l'affettüoso grido. 87
«O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l'aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno, 90
se fosse amico il re de l'universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c'hai pietà del nostro mal perverso. 93
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
mentre che 'l vento, come fa, ci tace. 96
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci sui. 99
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. 102
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona. 105
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense».

Queste parole da lor ci fuor porte. 108
Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso, e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?». 111
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!». 114
Poi mi rivolsi a loro e parla' io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio. 117
Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?». 120
E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria;
e ciò sa 'l tuo dottore. 123
Ma s'a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice. 126
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto. 129
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse. 132
Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso, 135
la bocca mi basciò tutto tremante.

Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante»
. 138
Mentre che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangëa; sì che di pietade
io venni men così com'io morisse. 141
E caddi come corpo morto cade.

domenica, dicembre 12, 2010

nostalgia

il lavoro se non nobilita l'uomo, allora lo uccide.
tanti troppi morti sul lavoro; ma non solo quelli.
ci sono anche i morti viventi che la vita la mantengono, che godono di ottima salute, ma che l'anima l'hanno persa da un pò.
e poi c'è gente come me, che ogni giorno lotta. Con se stesso,per tenere in vita la propria anima dinanzi allo scorrere della vita sui binari dell'abitudine!che lotta ogni giorno con la propria NOSTALGIA, con quel ricordo perenne dei sogni avuti fino ad un certo punto e che non si rassegna al vederli smarrire in silenzio.
Ma è così che vanno le cose. La nostalgia logora e fa impazzire perchè rende insoddisfatti di quello che si è. Perchè se ci si guarda allo specchio, è la nostalgia a dirci che non ci piacciamo.
W allora per sopravvivere la mettiamo a tacere, in coppia con la coscienza. E il lavoro a far questo aiuta,la sua routine, il suo stancarci azzerando la voglia di pensare, riflettere, anche sognare.
Inseriamo il pilota automatico e viaggiamo a tutta velocità perdendo di vista ciò che il ragazzo aveva avuto il coraggio di sognare. L'uomo che non mantiene le promesse del ragazzo.
il tempo scivola tra le mani e, aspettando che qualcosa intervenga x cambiare, la vita passa.
....e io mi ritrovo qui,incapace di addormentarmi
con il ragazzo che urla dentro per riavere indietro la sua vita!

martedì, novembre 02, 2010

sono solo un passeggero del volo e mi credevo pilota



quando si divenata sordi l'emozione non si sente più

mercoledì, agosto 11, 2010

brecht

Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d'estate
c'era una nube ch'io mirai a lungo:
bianchissima nell'alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.

E da quel giorno molte molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell'amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa intendi.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l'ho baciato un giorno.

Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa su nel cielo.
Questa ricordo e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall'alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento

"La gente ha paura di quello che non riesce a capire."

"Ci vorrebbe qualcuno con cui ridere, parlare... Ma non una puttana, un amico. Ecco, gli amici, quelli si: proprio una gran voglia di vederli, di star con loro, ma a quest'ora l'unica é andare a casa..."

Sono testimone della mia era. Passo alla lente d'ingrandimento quello che mi accade intorno senza giudizi e con molte domande....