martedì, dicembre 30, 2008

pensieri superficiali


non pensare non pensare non pensare.....dormi dormi dormi......scrivere blocca il mio pensiero, non scaverò troppo a fondo, non mi farò del male.
se solo avessi la forza
racconterei le mie emozioni nel guardare into the wild...nel sentire che non avrei mai la forza di vivere quella solitudine e la paura che la mia mente impedisca alle mie ali di aprirsi.
gabbiani ipotetici, che perdono anche l'intenzione del volo.
e poi quella frase che mi salva e da speranza "Happiness is real only when shared"!

domenica, dicembre 21, 2008

per combattere l'acne

la notte atomica che ci ha rimboccato le palpebre
guardare il cielo malconcio di chernobyl da qui
esprimere desideri quando vedi scoppiare navicelle spaziali o moduli lunari russi o giapponesi o americani
arrampicarsi sulle impalcature per prendere il sole e rivenderlo a qualche spacciatore lavarsi i denti con le antenne della televisione durante la pubblicità
ho abbassato le saracinesche dei negozi sui miei occhi
con le nostre discussioni serie si arricchiscono solo le compagnie telefoniche
siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT
a parigi dici che non volano mosche
benedirci in chiese chiuse e in farmacie compiacenti
sposarci con i cerotti usati in passeggiate su spiagge deturpate
le piazze sono vuote le piazze sono mute
per combattere l'acne
sono tutti in ferie maratone sulle tue arterie sulle diramazioni autostradali sui lavori in corso solo per farti venire e
invidiare le ciminiere perché hanno sempre da fumare
le notti inutili e le madri che parlano con i ventilatori negli inceneritori
le schede elettorali e i tuoi capelli che sono fili scoperti
costruiremo delle molotov coi vostri avanzi
faremo dei rave sull'enterprise
farò rifare l'asfalto per quando tornerai
siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT
e i tuoi capelli che sono fili scoperti che sono nastro isolante che sono fili scoperti

Effetto livellatore della felicità

ci sono momenti in cui dovrei e potrei dare di più. lo sento lo percepisco, ma mi blocco. mi sforzo per lasciarmi andare, ma il freno si attiva automaticamente.
paura di perdere il controllo?
paura di impazzire?
paura di sentirsi mancare l'aria?
paura paura paura................................................
poi domani suona la sveglia
e sarà un nuovo giorno

sabato, novembre 29, 2008

adesso comincio a capirti

Nel silenzio della mia camera riesco a volte a ritrovare quella che è la mia essenza.A sentire ancora vivo quel bisogno di giustizia che non vedo nel mondo. Riesco ancora a stare male per tutto quello che non va bene. Mi sento ancora vivo, incazzato, rabbioso per questa realtà che può e deve migliorare anche grazie a me.
Combattere non significa usare la violenza. La vera rivoluzione non si fa con le armi,ma con il coraggio delle nostre azioni, con il perdono, con la volontà di cambiare e la forza di non arretrare di fronte alle ingiustizie.
Guardo i libri che sono ammucchiati sopra la mia scrivania e che da tanto tempo non apro; sono questi valori che mi hanno cresciuto e mi hanno spinto tante volte....è da lì che stasera voglio ripartire.

sabato, novembre 22, 2008

sabato sera ideale

x chi deve alzarsi presto tutte le mattine, il sabato sera è l'irrinunciabile giorno dello svago.
e così (quasi) tutti organizzano la loro serata e proprio in questo momento si apprestano alle varie vetrine: discoteche,viali, piazze, bar....
e poi ci sono io che invece riscopro il piacere di aprire un libro che ti è stato prestato...ascolto Morgan, accendo qualche candela e spengo il telefono.
il mio mondo questa sera è la mia stanza. Da qui al prossimo sabato non mancheranno altre occasioni per fare serata.

sabato, novembre 15, 2008

riflettiamo

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei

e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,

e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,

e io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,

e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Bertolt Brecht
ps grazie a imma che me l'ha fatta leggere

sabato, ottobre 25, 2008

Nello stadio dell'orrore Viaggio in Cile, 35 anni dopo

Scosse elettriche, botte, morti: un giornalista ricorda le sevizie di massa all'Estadio Nacional dopo il golpe di Pinochet in Cile

SANTIAGO (Cile), 26 ottobre 2008 - L'appuntamento con Alberto "Gato" Gamboa è al suo giornale, La Nacion, nel palazzo di fronte alla Moneda, ma a Santiago è un mattino di primavera così caldo e luminoso che lui quasi ci trascina in un caffè all'aperto. "Lì dentro è troppo buio — esclama — e oggi le Ande sono bellissime". Mentre parliamo, una quantità di passanti saluta con reverenza questo piccolo ed energico signore di 84 anni che l'11 settembre 1973, data del colpo di stato del generale Pinochet contro il presidente Allende, era il direttore del Clarin, primo giornale del Cile («tiravamo 250 mila copie, 400 mila la domenica, cifre mai viste prima e dopo») e vicino al governo. Il quotidiano fu chiuso dai golpisti lo stesso 11 settembre, Gamboa venne arrestato il 20. "Molto ingenuamente, mi feci trovare in casa all'ora di cena. Venni caricato assieme ad altri arrestati su un camioncino. Capii subito che ci stavano portando all'Estadio Nacional".
TUTTO UGUALE - Lo stadio nazionale di Santiago non è un impianto isolato, ma la struttura principale di un vasto comprensorio sportivo non distante dal centro. Col racconto di Gamboa ancora nelle orecchie, ne percorriamo i camminamenti, le scalinate, gli angusti corridoi che portano agli spogliatoi, le sale retrostanti la tribuna d'onore. Se si esclude la posa dei sedili di plastica, resi obbligatori dalla Fifa, nulla è cambiato dal 1973. "L'Estadio Nacional è stato utilizzato come campo di concentramento per prigionieri politici dall'11 settembre al 9 novembre. Ci sono passate 40 mila persone, il numero di morti non è mai stato chiarito; il regime ne ammise 38, stime realistiche superano il migliaio. La mattanza avvenne nei primi giorni, quando io ancora non c'ero. Non ho mai visto un'esecuzione, gli assassini agivano fuori da qui. Ogni tanto un gruppo di prigionieri veniva portato via dallo stadio, qualcuno l'ho poi rivisto, di molti non se ne è saputo più niente".
LA TORTURA - Sotto le tribune c'è un corridoio che collega i vari settori dello stadio. E' stretto anche nella zona degli spogliatoi principali. «Dormivamo qui, ammassati nell'oscurità. I posti più ambiti erano i gabinetti, perché almeno ci si poteva sedere sulla tazza senza spezzarsi la schiena. Ma quando iniziò la tortura, tutti i luoghi diventarono uguali perché il dolore ti impediva comunque di dormire». Al mattino veniva piazzato un disco di metallo nero al centro del campo e il colonnello Espinoza, responsabile dello stadio, radunava lì i «prescelti». "Poi si partiva per il velodromo". Lo raggiungiamo con una breve passeggiata, l'anello in cemento è nell'angolo sud-ovest del comprensorio. Trentacinque anni fa questa stessa passeggiata era l'angoscioso preludio all'orrore. "Mi hanno torturato sette volte in cinquanta giorni — dice Gamboa come se la cosa fosse successa a un altro — scosse elettriche dappertutto, specie ai genitali. Era molto doloroso".
IL RITORNO - Di cosa la accusavano, Alberto? Perché tanto accanimento? "Volevano sapere dove avessi nascosto le armi. Cretini. Le armi di un giornalista non fanno bang, sono di altro tipo. E poi confondevano l'entusiasmo col quale lavoravamo con l'adesione a un piano segreto di riorganizzazione della società cilena. Il nostro è un mestiere che o si fa con entusiasmo, o non si fa. Cercavo di spiegargli che quand'ero ragazzo, e venivo in questo stesso stadio per scrivere le cronache sportive, ero felice. Non lo accettavano, giù un'altra scarica". Com'è stato tornare qui a vedere una partita, tanti anni dopo? "Difficile la prima volta. Poi mi sono convinto che era una forma di rivincita. Quando sei così totalmente alla mercé di qualcuno, non pensi davvero di poterne uscire. Ti dici "va bene, presto morirò, vediamo quanto riesco a resistere". C'è qualcosa dell'atleta che lotta per battere un record. Sì, tornare qui a vedere il Colo Colo è stata una vittoria".
SEPARAZIONE - Migliaia di cileni riempiono lo stadio, è la grande notte del trionfo sull'Argentina. Chissà quanti di questi signori in tribuna d'onore... "Non se lo chieda. Questo è un Paese nel quale gli orrori non sono stati puniti, e dunque torturatori e torturati di un tempo si incontrano al supermercato. Non è un modo di dire: a me è successo, e quell'uomo mi ha abbracciato dicendo "Gato, sono contento di vederti qui". E' stato impressionante, certo. Mai però come l'altra storia che racconto sempre, quella che meglio descrive l'abisso nel quale eravamo caduti. Ero a terra dopo una scarica violentissima, mi contorcevo dal dolore, ma vagamente sentivo ciò che si dicevano il soldato torturatore e il medico che doveva controllare che non morissi. "Dottore, ho esagerato ma devo dargliene una seconda, è la regola. Posso passargli una scarica leggera subito, ho la ragazza che mi aspetta al cinema per vedere Il Padrino?". Capisci? Riusciva a separare il lavoro di aguzzino e la vita privata come se fosse in ufficio. C'era gente che passava il giorno a massacrarci, e a sera tornava a casa e baciava i suoi bambini come se niente fosse".
TRIBUTO - Considerate se il rispetto verso quest'uomo eccezionale, che si allontana con passo svelto nella piazza della Moneda, lì dove hanno eretto una statua a Salvador Allende, non debba ispirarci una posizione più ferma contro le nostre penose guerricciole da stadio. "Considerate se questo è un uomo" ammoniva Primo Levi, a noi "che viviamo sicuri nelle nostre tiepide case". E poi diceva "meditate che questo è stato", e in tempi di revisionismi diventa un'autentica missione. L'Estadio Nacional di Santiago è un lugubre monumento al diaframma che divide il bene e il male, l'utilizzo dello stesso luogo come teatro alternativo della gioiosa passione sportiva e della massima abiezione umana, la tortura. Ormai è sera quando ne usciamo tra ali di folla entusiasta per la vittoria. Prima di dormire, cerchiamo su YouTube la scena amarissima di «Missing» nella quale Jack Lemmon, padre di un ragazzo americano ucciso qui dentro nei giorni del golpe, ancora ignaro lo cerca allo stadio. E' il nostro tributo, al «Gato» e al suo Cile. Fatelo anche voi.
dal nostro inviato


Paolo Condò

venerdì, ottobre 17, 2008

La cosa piu' ingiusta della vita é come finisce.
Voglio dire: la vita è dura e impiega la maggior parte del nostro tempo...
Cosa ottieni alla fine? La morte.
Che significa ! Che cos'è la morte ? Una specie di bonus per aver vissuto?
Credo che il ciclo vitale dovrebbe essere del tutto rovesciato.
Bisognerebbe iniziare morendo, così ci si leva subito il pensiero.
Poi in un ospizio dal quale si viene buttati fuori perchè troppo giovani.
Ti danno una gratifica e quindi cominci a lavorare e per quarant'anni, fino a che sarai sufficientemente giovane per goderti la pensione.
Seguono, feste, alcool, erba ed il liceo.
Finalmente cominciano le elementari, diventi bambino, giochi e non hai responsabilita' diventi un neonato, ritorni nel ventre di tua madre, passi i tuoi ultimi nove mesi galleggiando, e finisci il tutto con un bell'orgasmo !

Woody Allen

domenica, settembre 28, 2008

....sposarsi....


Io non credo nel matrimonio, no, davvero non ci credo: voglio essere ben chiara su questo punto. Lo considero al suo peggio un gesto politico ostile, un modo usato dagli uomini dalla mente ristretta per tenere le donne in casa e fuori dai piedi. Un gesto ammantato di una parvenza di tradizione e pervaso del conservatorismo più ripugnante. Al suo meglio è una beata illusione. Sono 2 persone che si amano davvero e che non hanno idea di quanto stiano per rendersi infelici a vicenda.
Ma, quando 2 persone sanno questo e decidono con gli occhi bene aperti di guardarsi in faccia e di sposarsi lo stesso, allora non mi sembra affatto ne un gesto conservatore ne un'illusione. Lo trovo anzi radicale, coraggioso e molto romantico.
(tratto da "Frida").

mercoledì, settembre 24, 2008

svolte...


Ci sono delle cose che cambiano senza un perchè.
Gli orizzonti sono quello che noi vediamo alzando lo sguardo e rivolgendo la vista al di là del nostro naso.
Ma basta molto poco per cambiarlo; un piccolo spostamento cambia tutto. E così nella vita ci si sposta, si gira e si guarda intorno.
E magari si inizia a camminare non + passo dopo passo, ma a testa alta verso un qualcosa che è lontano e forse irraggiungibile.
Ma intanto ci proviamo....poi si vedrà.
In fondo è l'irrazionalità, la pazzia, ad aver determinato i cambiamenti e le svolte epocali

mercoledì, settembre 10, 2008

domenica, settembre 07, 2008

domenica, luglio 27, 2008

L'ultima lezione - Randy Pausch





un grazie a vale che me l'ha suggerita

martedì, luglio 01, 2008

"Oggi assistiamo all’omologazione dei sogni: che si tratti di sentimenti, professione o - come nel mio caso - di sport e avventura, ormai tutti sognano le stesse cose, non c’è fantasia. Io voglio tentare imprese che abbiano una storia da raccontare, non farmi rientrare in una statistica. I tentativi per le vie classiche mancano spesso di due componenti per me fondamentali: avventura ed esplorazione. Il mio è un alpinismo scomodo e potenzialmente perdente, perché il rischio di insuccessi è molto maggiore. Ma io non cerco una vita di strade asfaltate".

domenica, giugno 22, 2008

le montagne

essere in vetta da una sensazione di pienezza. la bellezza della natura pervade tutti i sensi...

sabato, giugno 21, 2008

Estate di viaggi....un estate per decidere

Fervono i preparativi; la Colombia con Andrea è li che mi aspetta, Bogotà, Cartagena e.....mare, amache, pesce fresco, paesaggi incantevoli.
Prima me ne andrò a trovare Francesco con Marine sulle dolomiti...
A settembre Londra con Juregn e Hakim
A ottobre Stoccolma e Tallin con Vale Frà Andrea Lele
Ma in mezzo a tutto questo c'è qualcosa che inciderà nella mia vita. In realtà so che ho già scelto e la direzione è inevitabile.
poi c'è stato il ocncerto di Morgan....ma questa è un'altra storia.

domenica, giugno 08, 2008

La canzone dell'amor perduto


Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",

vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi

l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.

E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai

ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per UN BACIO MAI DATO,
per un amore nuovo.

E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.

domenica, maggio 11, 2008

venerdì, maggio 09, 2008

ballo

Spengo le luci. La musica pervade il buio.L'atmosfera si riempie. Non c'è più nessun rumore a disturbare la densità dell'aria.
Solo note e parole
chiudo gli occhi e inizio a muovermi lentamente all'inizio.
provo a seguire i bassi e accellero. Il cervello si svuota dei pensieri. BALLO

in un metro quadrato mi lascio andare a movimenti senza senso apparente. Ma in quei dieciminuti di Born Slippy svuoto lo stress.

poi una telefonata...semplice come dovrebbe essere tra 2 persone che non si possono vedere,fatta di parole quasi sussurrate,ma curiose e ricche di una dolcezza spontanea,non ricercata

sorrisi parole.

si chiude la giornata e si....forse pian piano sto capendo quanto è importante essere motivati nel dare un senso alla vita per essere felici

lunedì, aprile 14, 2008

...depression post elezioni

Ci son ricascato
un'altra volta ad inkazzarmi per questa Italia...vostra non mia!
perchè io non ce la faccio più tutte le volte a vedere che non riusciamo a cambiare, a darci una svegliata per migliorare veramente le cose.
Boh...io sono un ingenuo e uno che spera....e tante volte le due cose vanno di pari passo.
Forse mi illudevo che con Veltroni qualcosa sarebbe cambiato; magari non tutto, sicuramente non subito, ma ci avrebbe provato.
Ma con Lui non ho speranze!non ne ho perchè so che ci rifilerà le solite balle. So che dovrò soportare gli sberleffi degli stranieri, che mi chiederanno ancora una volta com'è possibile che gli italiani votino ancora Berlusconi; credetemi questavolta non so proprio cosa rispondere.
significherà che gli italiani non hanno il coraggio di credere in un futuro;nel cambiamento;non hanno la speranza che le cose possano andare meglio di così...e allora mi sa che sia il caso di smetterla anche io....
"io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono"

sabato, aprile 12, 2008

mercoledì, aprile 09, 2008

giovedì, marzo 20, 2008

la ballata delle madri





Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d'esperienze cosi diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate, a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?
Madri vili, con nel viso il timore
antico, quello che come un male
deforma i lineamenti in un biancore
che li annebbia, li allontana dal cuore,
li chiude nel vecchio rifiuto morale.
Madri vili, poverine, preoccupate
che i figli conoscano la viltà
per chiedere un posto, per essere pratici,
per non offendere anime privilegiate,
per difendersi da ogni pietà.
Madri mediocri, che hanno imparato
con umiltà di bambine, di noi,
un unico, nudo significato,
con anime in cui il mondo è dannato
a non dare né dolore né gioia.
Madri mediocri, che non hanno avuto
per voi mai una parola d'amore,
se non d'un amore sordidamente muto
di bestia, e in esso v'hanno cresciuto,
impotenti ai reali richiami del cuore.


Madri servili, abituate da secoli
a chinare senza amore la testa,
a trasmettere al loro feto
l'antico, vergognoso segreto
d'accontentarsi dei resti della festa.
Madri servili, che vi hanno insegnato
come il servo può essere felice
odiando chi è, come lui, legato,
come può essere, tradendo, beato,
e sicuro, facendo ciò che non dice.
Madri feroci, intente a difendere
quel poco che, borghesi, possiedono,
la normalità e lo stipendio,
quasi con rabbia di chi si vendichi
o sia stretto da un assurdo assedio.
Madri feroci, che vi hanno detto:
Sopravvivete! Pensate a voi!
Non provate mai pietà o rispetto
per nessuno, covate nel petto
la vostra integrità di avvoltoi!
Ecco, vili, mediocri, servi,
feroci, le vostre povere madri!
Che non hanno vergogna a sapervi
- nel vostro odio - addirittura superbi,
se non è questa che una valle di lacrime.
È cosi che vi appartiene questo mondo:
fatti fratelli nelle opposte passioni,
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
a essere diversi: a rispondere
del selvaggio dolore di esser uomini.

lunedì, marzo 17, 2008

giovedì, febbraio 28, 2008

« La vita è come una bella donna infedele, finché te la senti, fottila, poi buttala via » (mannerini)




essere intelligenti non significa tanto accumulare nozioni, quanto selezionarle una volta accumulate, cercando di separare quelle utili da quelle disutili. De Andrè







Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare, il giorno volevo qualcuno da incontrare, la notte volevo qualcosa da sognare. Tenco

Ho sempre dato molto poco peso alla virtù e non ho mai capito bene perché si debba trovare tanta colpa nell'errore. Anche perché non sono ancora riuscito a capire, dopo cinquanta anni di vita, cosa sia esattamente la virtù e a cosa corrisponda l'errore. Direi che non ho nessuna verità assoluta e mi trovo quindi nell'impossibilità di conseguire a me stesso e a voi qualsiasi tipo di certezza. L'unica cosa che spero di potervi dare è qualche piccola emozione. De Andrè

Quei giorni perduti a rincorrere il vento | a chiederci un bacio e volerne altri cento. De Andrè

domenica, febbraio 24, 2008

Why can't I ever fall in love with someone nice like you?


C.C. Baxter: [playing cards] I love you, Miss Kubelik. Did you hear what I said, Miss Kubelik? I absolutely adore you.
Fran Kubelik: Shut up and deal.

"La gente ha paura di quello che non riesce a capire."

"Ci vorrebbe qualcuno con cui ridere, parlare... Ma non una puttana, un amico. Ecco, gli amici, quelli si: proprio una gran voglia di vederli, di star con loro, ma a quest'ora l'unica é andare a casa..."

Sono testimone della mia era. Passo alla lente d'ingrandimento quello che mi accade intorno senza giudizi e con molte domande....