lunedì, gennaio 22, 2007

Domanda ricorrente


Dobbiamo lasciare un segno del nostro passaggio su questo mondo.....Si, ma come?E soprattutto che intendiamo noi per "segno"?
Si accettano suggerimenti....

5 commenti:

LeCannu ha detto...

Direi di cominciare come fanno i pazzi nello speaker' s corner di hide park. Urlare, incazzarsi, sostenere un' idea fino alla fine se la riteniamo giusta e degna di essere condivisa.

In seconda istanza, fare almeno una scritta su un viadotto dell' autostrada. Tipo: " IO CE STO"..

ciao teo, piacere!

Teo ha detto...

ciao Andrea...piacere mio!
io il mio piccolo speaker's corner l'ho fatto tra queste pagine virtuali...non so se lasceranno il segno!
secondo me è + duraturo il "IO CE STO" su un viadotto dell'autostrada...considerando la loro manutenzione potrebbe durare davvero a lungo!
cmq forse ci si becca x un cappuccio!
ciao

barrysulpalco ha detto...

Ciao Teo,
un segno...
lo aspettavo da te per esempio....e non arrivava...intanto pensavo "che peccato però, sarebbe stato bello conoscerlo, non è così facile conoscere delle persone speciali"....e poi oggi eccoti.
Non credere che io sia superficiale, per una strana ironia della sorte sono stata catapultata nel tuo blog quando stavo cercando di scaricare le battute dei 5 minuti meglio spesi nel cinema hollywodiano "any given sunday"...e sono finita del tuo post...fantastico....
E' da lì che ho incominciato a leggerti, e ho trovato di un'espressività fuori dal comune i tuoi dialoghi con te stesso, aperti sempre e comunque al mondo...virtuale.
Pensando ad un segno nel mondo, credo che le persone siano avide di lasciarne in giro...come un marchio di territorio, in realtà penso che le persone più serene sono quelle che hanno lasciato segni come cicatrici dentro di sè....
Hai mai ascoltato "Hemingway" dei Negrita? Dice "stai tranquilla non è niente è solo vita che entra dentro".....Beh il concetto è quello per me....più cresciamo più diventiamo una sorta di monumento pieno di storia, simboli, tracce di vita. Gli altri si fermano a guardarci e così noi diventiamo un segno dentro di loro.....
Ti lascio l'indirizzo del mio blog....
ht://barrysulpalco.blogspot.com
Bacio...

Teo ha detto...

Ciao Barry..con enorme piacere ti ritrovo qui,tra le pagine del mio blog!sono stato sul tuo e ho letto tantissimo.
Per il momento me ne sto in fondo alla platea ad osservare te sul tuo palcoscenico in attesa del momento giusto per far scattare il mio applauso.
credimi,essere speciali non dipende da noi,ma da quanto gli altri riescono a capire di noi.Ognuno a modo suo lo è...Ma mi hai strappato molto + che un sorriso con le tue parole.Soprattutto dopo che ho potuto leggere quello che scrivi e la profondità e l'intensità di alcuni tuoi pensieri.
A presto...
Ps:posso chiederti se il tuo Barry è quello di "Altà fedeltà"?perchè ho iniziato a leggere il libro e se così fosse sarebbe una meravigliosa coincidenza!

barrysulpalco ha detto...

Saperti in platea, mi fa sorridere molto di più sul palco. Sulla specialità delle persone la penso esattamente come te...dev'essere per questo che non sono portata a giudicare la gente.
Penso che le persone siano come dei libri e come giustamente dici tu gli altri riescono a capire di noi degli aspetti piuttosto che altri. E' come quando devi interpretare e fare tuo un libro. Certo una posizione di ascolto aiuta ad essere meno superficiali e frettolosi nel comprendere un'altra persona....
Il mio Barry...è quello di John Wilmot, conte di Rochester, il grandissimo poeta....che molti hanno conosciuto con il più commerciale, ma comunque bello, film "The Libertine".

Ho letto Altà fedeltà tempo fa...e ho riso mezzora dopo aver letto:

"Dall'età di quattordici anni ho lasciato che fossero i testicoli a decidere, e francamente sono giunto alla conclusione che i miei testicoli non ci capiscono un cazzo!"

Lo sò è un po' grezzo...ma era una delle parti più sagge del film secondo me!

Aspetterò il tuo momento giusto....ma quando arriverà..niente applausi...non aspetto quello...magari SALI SUL PALCO....

"La gente ha paura di quello che non riesce a capire."

"Ci vorrebbe qualcuno con cui ridere, parlare... Ma non una puttana, un amico. Ecco, gli amici, quelli si: proprio una gran voglia di vederli, di star con loro, ma a quest'ora l'unica é andare a casa..."

Sono testimone della mia era. Passo alla lente d'ingrandimento quello che mi accade intorno senza giudizi e con molte domande....