domenica, aprile 08, 2007
incipit della dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti....
....."Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario ad un popolo sciogliere i vincoli politici che lo avevano legato ad un altro ed assumere tra le altre potenze della terra quel posto distinto ed eguale cui ha diritto per Legge naturale e divina, un giusto rispetto per le opinioni dell'umanità richiede che esso renda note le cause che lo costringono a tale secessione. Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca delle Felicità; che allo scopo di garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i Governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qual volta una qualsiasi forma di Governo, tende a negare tali fini, è Diritto del Popolo modificarlo o distruggerlo, e creare un nuovo governo...."
e poi ancora thomas jefferson:
"Se gli Americani consentiranno mai a banche privati di emettere il proprio denaro, prima con l'inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri. Il potere di emissione va tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente."
anno di grazia 1776
Carter e Kidd, serata magica
I due fuoriclasse dei Nets realizzano entrambi una tripla doppia: erano 18 anni che non succedeva a due compagni di squadra.
New Jersey-Washington 120-114 d.t.s.
Serata da record per i Nets contro i Wizards. La squadra del New Jersey realizza 17 triple, stabilendo un nuovo primato per la franchigia. Ma non e’ la precisione dalla lunga distanza dei Nets che conquista i titoli sui giornali. Vince Carter e Jason Kidd, infatti, mettono a referto una tripla doppia ciascuno diventando così la prima coppia di compagni di squadra a centrare questo obbiettivo dal lontano 1989, quando and andare in doppia cifra in tre categorie statistiche furono due cestisti decisamente non comuni: Scottie Pippen e Michael Jordan. I Nets però devono sudare le fatidiche sette camice per avere ragione degli orgogliosi Wizards i quali nonostante le pesanti assenze danno fino da torcere alla squadra di casa e cedono solamente al supplementare.
New Jersey: Carter 46 (11/15, 7/13), Jefferson 27, Moore 17. Rimbalzi: Carter, Kidd 16. Assist: Kidd 18, Carter 10.
Washington: Jamison 37 (6/15, 6/14), Hayes 29. Rimbalzi: Jamison 11. Assist: Daniels 10.
da gazzetta.it
domenica, aprile 01, 2007
Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam
Parla la Follia
1. Qualsiasi cosa dicano di me i mortali - non ignoro, infatti, quanto la Follia
sia portata per bocca anche dai più folli - tuttavia, ecco qui la prova decisiva
che io, io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli Dèi e gli uomini. Non appena
mi sono presentata per parlare a questa affollatissima assemblea, di colpo tutti
i volti si sono illuminati di non so quale insolita ilarità. D'improvviso le
vostre fronti si sono spianate, e mi avete applaudito con una risata così lieta
e amichevole che tutti voi qui presenti, da qualunque parte mi giri, mi sembrate
ebbri del nettare misto a nepènte degli Dèi d'Omero, mentre prima sedevate cupi
e ansiosi come se foste tornati allora dall'antro di Trofonio. Appena mi avete
notata, avete cambiato subito faccia, come di solito avviene quando il primo
sole mostra alla terra il suo aureo splendore, o quando, dopo un crudo inverno,
all'inizio della primavera, spirano i dolci venti di Favonio, e tutte le cose
mutando di colpo aspetto assumono nuovi colori e tornano a vivere visibilmente
un'altra giovinezza. Così col mio solo presentarmi sono riuscita a ottenere
subito quello che oratori, peraltro insigni, ottengono a stento con lunga e
lungamente meditata orazione.
2. Perché poi io sia venuta qui oggi, e vestita in modo così strano, lo saprete
fra poco, purché non vi annoi porgere orecchio alle mie parole: non
quell'orecchio, certo, che riservate agli oratori sacri, ma quello che porgete
ai ciarlatani in piazza, ai buffoni, ai pazzerelli: quell'orecchio che il famoso
Mida, un tempo, dedicò alle parole di Pan. Mi è venuta infatti voglia
d'incarnare con voi per un po' il personaggio del sofista: non di quei sofisti,
ben inteso, che oggi riempiono la testa dei ragazzi di capziose sciocchezze
addestrandoli a risse verbali senza fine, degne di donne pettegole. Io imiterò
quegli antichi che per evitare l'impopolare appellativo di sapienti, preferirono
essere chiamati sofisti. Il loro proposito era di celebrare con encomi gli Dèi e
gli eroi. Ascolterete dunque un elogio, e non di Ercole o di Solone, ma il mio:
l'elogio della Follia.
3. Certamente, io non faccio alcun conto di quei sapientoni che vanno blaterando
dell'estrema dissennatezza e tracotanza di chi si loda da sé. Sia pure folle
quanto vogliono; dovranno riconoscerne la coerenza. Che cosa c'è, infatti, di
più coerente della Follia che canta le proprie lodi? Chi meglio di me potrebbe
descrivermi? a meno che non si dia il caso che a qualcuno io sia più nota che a
me stessa. D'altra parte io trovo questo sistema più modesto, e non di poco, di
quello adottato dalla massa dei grandi e dei sapienti; costoro, di solito, per
una falsa modestia, subornano qualche retore adulatore, o un poeta dedito al
vaniloquio, e lo pagano per sentirlo cantare le proprie lodi, e cioè un sacco di
bugie. Così il nostro fiore di pudicizia drizza le penne come un pavone, alza la
cresta, mentre lo sfacciato adulatore lo va paragonando, lui che è un
pover'uomo, agli Dèi, e lo propone quale modello assoluto di virtù, lui che da
quel modello sa di essere lontanissimo. Insomma, veste la cornacchia con le
penne altrui, fa diventare bianco l'Etiope, e di una mosca fa un elefante. Io
invece seguo quel vecchio detto popolare secondo il quale, chi non trova un
altro che lo lodi, fa bene a lodarsi da sé.
Ora, tuttavia, devo esprimere la mia meraviglia per l'ingratitudine, o, come
dire?, per l'indifferenza dei mortali. Tutti mi fanno la corte e riconoscono di
buon grado i miei benefici, eppure, in tanti secoli, non si è trovato nessuno
che desse voce alla gratitudine con un discorso in lode della Follia, mentre non
è mancato chi con lodi elaborate ed acconce, e con grande spreco di olio e di
sonno, ha tessuto l'elogio di Busiride, di Falaride, della febbre quartana,
delle mosche, della calvizie, e di altri flagelli del genere.
[.....]
Anche se questa felicità sarà perfetta solo quando le anime, ripresa l'antica veste corporea, riceveranno il dono dell'immortalità, gli uomini pii, dato che la loro vita è tutta una meditazione di quella vita immortale, e quasi una sua immagine, possono talvolta pregustare qualcosa, una sorta di anticipazione di quel premio. Si tratta di una goccia da niente in confronto a quella fontana di eterna felicità, ma che vale molto di più di tutti i piaceri corporei, anche se potessimo farli convergere tutti in un punto solo. A tal punto la sfera dello spirito è superiore al corpo, e quella dell'invisibile al visibile. Questa certo è la promessa del Profeta: "l'occhio non vide, l'orecchio non udì, non penetrarono nel cuore dell'uomo le cose che Dio ha preparato per coloro che lo amano". Questa è la parte della follia che il passaggio da una vita all'altra non toglie, ma porta a perfezione. Quelli che hanno potuto parteciparne - pochissimi invero - sono còlti da un turbamento che alla follia è vicinissimo; fanno discorsi incoerenti, proferendo parole strane e senza senso; e poi, all'improvviso, mutano completamente d'espressione. Ora alacri, ora depressi; ora piangono, ora ridono, ora sospirano; insomma sono davvero del tutto fuori di sé. Appena rientrano in se stessi dicono di non sapere dove sono stati, se nel corpo o fuori del corpo; di ignorare se erano svegli o addormentati; di non sapere che cosa hanno udito, che cosa hanno detto, che cosa hanno fatto; hanno solo dei ricordi che sembrano filtrare attraverso il velo della nebbia o del sogno. Una sola cosa sanno: di essere stati al colmo della beatitudine quando erano in quello stato. Perciò piangono per essere tornati in senno, e soprattutto desiderano di essere in eterno in preda a quel genere di follia. Hanno appena pregustato la felicità futura!
[....]
Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell'uomo più passione che ragione perchè fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso. Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza. La vita umana non è altro che un gioco della Follia.
Il Cuore ha sempre ragione
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Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di
Il Cuore ha sempre ragione
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"La gente ha paura di quello che non riesce a capire."
"Ci vorrebbe qualcuno con cui ridere, parlare... Ma non una puttana, un amico. Ecco, gli amici, quelli si: proprio una gran voglia di vederli, di star con loro, ma a quest'ora l'unica é andare a casa..."
Sono testimone della mia era. Passo alla lente d'ingrandimento quello che mi accade intorno senza giudizi e con molte domande....
Sono testimone della mia era. Passo alla lente d'ingrandimento quello che mi accade intorno senza giudizi e con molte domande....